L’emendamento che avrebbe istituito le quote rosa nella nuova legge elettorale non è passato. L’Osservatore Bipolare sostiene che non è certo questo il problema delle donne italiane, e sfoga la sua ira funesta in questo articolo.
Le quote rosa non ci saranno, e la cosa è particolarmente interessante dato che proprio in questi giorni abbiamo parlato molto della discriminazione della donna, prima col post sull’otto marzo e successivamente col cortometraggio di Eleonorè Pourriat.
In tutto ciò dobbiamo ancora capire se siano più importanti il culo o le tette.
In ogni caso, io le quote rose non le ho mai viste di buon occhio, essenzialmente per una questione di principio.
Il punto è che garantire per legge dei posti in parlamento alle donne significa ammettere implicitamente la loro inferiorità – la cui cosa non mi sembra molto femminista a dire il vero.
Sistemi simili sono presenti attualmente in italia per garantire l’accesso al mondo del lavoro a persone che hanno uno svantaggio oggettivo: se ho una disabilità certificata allora ho uno svantaggio (ci sarà uno spettro più o meno ampio di lavori che mi saranno preclusi perchè mentalmente o fisicamente non sono in grado di svolgerli) tale che giustamente la società ha il dovere di riequilibrarlo dandomi una mano in più rispetto agli altri.
Applicare un sistema del genere alle donne mi sembra come dire che le donne non sono in grado di competere con gli uomini e quindi hanno bisogno di una mano in più. Se fossi una donna non ne sarei per nulla felice.
C’è poi un’altro problema, ed è il fatto che le quote rosa mi sembrano un po’ uno specchietto per le allodole.
A chi giovano le quote rosa? A donne che sono già in politica, che hanno già i loro sporchi interessi da fare: giovano a elementi come la Boldrini, la Prestigiacomo e il neoministro Federica Guidi che ha più conflitti di interessi di Berlusconi.
Bene, wow, tenetevele strette.
Alle donne al di fuori della politica – dei piani alti della politica, anzi – non cambia assolutamente nulla, non sono questi i loro problemi.
Le donne italiane si trovano spesso nella situazione di dovere rinunciare alla carriera lavorativa perchè altrimenti le loro famiglie andrebbero a rotoli.
Perchè succede questo? Perchè lo stato non c’è, perchè non vengono garantiti servizi minimi che sono ovvi in ogni altro paese civile.
Una cosa semplice semplice: conosco donne disperate perchè vanno al lavoro alle otto e l’asilo apre alle otto e mezza e non sanno dove lasciare i bambini in quella mezz’ora.
In altri paesi le aziende hanno apposite strutture interne che fungono da asilo in cui le mamme possono lasciare i bambini mentre sono al lavoro e prelevarli quando se ne vanno.
Lo stato elargisce dei finanziamenti appositi e impone una serie di regole da rispettare sui diritti della donna durante la maternità.
Da noi una cosa del genere è roba da romanzo di Asimov.
Una cosa così ovvia e stupida che diventa un problema grave per milioni di famiglie solo perchè lo stato se ne sbatte altamente il cazzo, perchè sì care parlamentari dobbiamo essere flessibili e competitivi ma sempre col culo – o con la fica, in questo caso – degli altri. Complimenti.
Un altro esempio: sono una donna, voglio avere un bambino, ma siccome ho un contratto atipico-precario-quelcheminchiaè non ho il diritto alla maternità.
O il mio bambino o il mio lavoro.
Mio figlio lo posso partorire solo io, qui le differenza di genere sono invalicabili.
Ora – al contrario di quanto vorrebbero darci a bere – molte donne hanno il desiderio di avere un figlio (e anche molti uomini, ovviamente), quindi molte donne sono costrette a rinunciare a lavorare perchè vogliono avere dei bambini.
Non perchè gli uomini sono cattivi e le opprimono, ma perchè anche qui lo stato se ne sbatte il cazzo come non mai.
Perchè hanno tolto ogni dignità ai lavoratori, per cui già sei fortunato se ti spacchi il culo tutto il giorno per una miseria, senza diritti.
“Ma io voglio un figlio e ho bisogno di questo lavoro!”
“Chi se ne frega? Fuori dalle palle” – questa è la risposta nella maggior parte dei casi, anche – è importante sottolinearlo – se i due interlocutori sono entrambi donne.
Il problema della condizione della donna in italia è strettamente legato alla mancanza di servizi che permettano alle donne di svolgere un ruolo attivo all’interno della società anche se vogliono avere una famiglia e fare dei bambini e crescerli.
Potete fare le quote rosa anche nell’esercito, ma fin quando le donne saranno obbligate da una classe politica di vermi a scegliere tra famiglia e lavoro per compensare la mancanza di servizi e di ogni forma di welfare beh, l’uguaglianza tra i sessi rimarrà un miraggio.
E’ la nostra classe politica che ha permesso tutto questo.
La stessa classe politica le cui donne ora gridano allo scandalo perchè non gli hanno fatto passare le quote rosa.
Sinceramente, vaffanculo.
PRO quote rosa: beh, ditemelo voi, io non ne vedo
CONTRO quote rosa: in realtà sono utili come il sale nel caffè
Ps: l’Osservatore Bipolare combatte per la parità dei sessi nelle cose serie, ma ha armi spuntate e il megafono si è rotto ieri. Se vuoi aiutarlo a ricostruire il suo arsenale metti mi piace alla pagina facebook 😉
Dott. Bozer; bello il suo blog. Ma qui: siccome dice tante cose confuse (e molte NON vere, perché evidentemente tante cose lei non ha avuto modo di approfondire), in un pezzo in cui è chiaro solo lo stato d’animo (che posso capire); e poi alla fine scrive: “PRO quote rosa: beh, ditemelo voi, io non ne vedo”… io rispondo. Ti sarei grata volessi pubblicare, perché impegnerò tempo e fatica (per rispondere). Perciò confido che vorrai essere leale, e pubblicare la risposta; grazie 🙂
1. COSA SONO LE QUOTE ROSA?
Un’ottima cosa, certo, ma niente che c’entri con la bocciatura di cui si parla qui. Per scoprirlo si può andare qui: http://www.retedelledonne.org/news/retedellereti-info/9458-come-si-sbarra-la-strada-alle-donne-nella-strada-verso-i-vertici • https://www.youtube.com/watch?v=9EYnyPJ4AxI (vale veramente la pena!)
2. PERCHE’ L’EMENDAMENTO CI DUI SI PARLA QUI NON C’ENTRA?
Perché NON ha niente a che fare con le “quote rosa”: chiamarle così su tutti i giornali è stato un colpo basso, un calcio in faccia alle donne; e per scoprire perché si può andare qui: http://politicafemminile-italia.blogspot.it/2014/03/la-vergognosa-disinformazione-che.html • http://politicafemminile-italia.blogspot.it/2014/03/parita-di-genere-il-grande-imbroglio.html • http://politicafemminile-italia.blogspot.it/2014/03/piero-ostellino-contro-parita-di-genere.html • http://politicafemminile-italia.blogspot.it/2014/03/donne-e-informazione-se-la-cifra-e-il.html e mi fermo qui, ma varrebbe la pena di leggere qualcosa di più, per capire ciò di cui si parla
3. PERCHE’ LOTTARE PER ROMPERE I MURI ALL’ACCESSO FEMMINILE DOVE SI DECIDE?
Poiché, se uno si legge almeno qualcosa dei link che ho dato sopra l’argomento delle “competenze” cade come una ridicola scusa, veniamo invece ai “veri problemi” delle donne: grazie per averne elencati alcuni. Ma lei crede che (salvo casi singoli e isolati) esistano uomini che considerano “problemi” i “problemi delle donne”? No, e tantomeno sono in grandi di vedere che non di “problemi delle donne” si tratta, ma di un problema sociale,e politico, e strategico e riguardante tutta la società. No, e la Storia lo dimostra: mai, dico mai, qualcuno si metterà seriamente ad affrontare nemmeno i problemi che lei elenca, se la maggioranza dei posti dove si decide resteranno disponibili (solo) per le cerchie maschili. Abbiamo bisogno di donne anche numericamente, ne abbiamo bisogno dove si decide, ne abbiamo bisogno in posizioni in cui, a questo passo, in Italia non arriveranno mai. Abbiamo bisogno di prendere esempio, per esempio recente, dai Francesi (che pure politicamente non stanno tanto bene nemmeno loro): http://politicafemminile-italia.blogspot.it/2014/07/approvata-in-francia-la-nuova-legge-per.html
Grazie, cari saluti
ps- per inciso, BELLISSIMO il titolo di questo post! se davvero di “quote rosa” si fosse trattato, vorrei aver avuto l’idea prima io 🙂 ma comunque resta valido per tante altre occasioni