Ogni tanto, quando sembra che le acque si siano calmate, spunta fuori qualche prete o qualche catto-bigotto che riprende il solito tam tam sull’educazione sessuale e la teoria del gender.

Casomai dovesse capitare, sapete, che la gente cominci ad interessarsi di problemi REALI e cominci a fare un po’ i conti in tasca pure a loro, rendendosi magari conto di quanti soldi lo stato butti annualmente nella fogna delle scuole private (ora si dice paritarie, ma sempre private sono) gestite dalla chiesa cattolica.

Tra l’altro mentre nelle scuole pubbliche troviamo porte sfondate, cessi intasati, tapparelle sfasciate, banchi arrugginiti, computer con Windows 98 e intonaco che nevica dal soffitto regalando una calda atmosfera natalizia alle dolci e pure anime dei bambini.

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Dato che la migliore difesa è il contrattacco, ecco che ieri mi sono trovato la bacheca di Facebook piena di link che riportano le dichiarazioni del cardinale Bagnasco sull’educazione sessuale a scuola e la teoria del gender – teoria che per inciso è in tutto e per tutto un’invenzione del canagliume pretesco e dei loro tirapiedi.

In soldoni Don Bagnasco sostiene che l’educazione sessuale a scuola dovrebbe essere insegnata

se, e solo se, lo chiedono i genitori come servizio aggiuntivo al di fuori del monte ore scolastico

Non voglio riprendere da capo la discussione su questi argomenti, però, principalmente per due motivi: il primo è che ne ho già parlato tempo fa, e sostanzialmente a qualche anno di distanza i termini del dibattito non si sono spostati di una virgola. Il secondo è che sinceramente mi sono fracassato i coglioni di debunkare tutte le balle che quotidianamente sento sull’argomento.

Del resto, come disse qualcuno di cui non ricordo il nome, per sparare una cazzata ci vogliono meno di dieci secondi, per confutarla ci vuole almeno dieci volte tanto.

Educazione-sessuale-a-scuola-e-teoria-gender_osservatore-bipolareNe segue che chi spara cazzate sarà sempre in vantaggio rispetto a chi le vuole smontare.

Non perderò tempo quindi a raccontarvi di come non esista nessuna teoria del gender e di come l’equazione “diritti ai gay = distruzione della famiglia” non abbia nessun senso logico.

C’è però un assunto sottinteso nelle parole di Bagnasco a cui magari uno non fa caso subito e che non sembra poi così sbagliato. Anche se lo è, è sbagliato ed è molto pericoloso.

 

L’assunto di cui sto parlando è la convinzione che i genitori siano competenti nel decidere o meno se sia opportuno che un bambino studi educazione sessuale a scuola.

Se io sostenessi ad esempio che è compito dei genitori stabilire se sia opportuno che il loro pargolo cresca senza saper far di conto o senza saper dire una parola in inglese voi direste che sono un irresponsabile, e che non si può lasciare in mano ai genitori – che possono benissimo essere ignoranti o stronzi o entrambe le cose – una decisione così importante e densa di conseguenze per il futuro del loro bambino.

E avreste ragione, perchè il fatto di aver trombato e figliato non rende automaticamente due tizi a caso degli esperti in ambito pedagogico.
Del resto a trombare e figliare sono capaci pure cani e porci (intendo proprio gli animali).

Questa cosa vale anche per l’educazione sessuale, anzi, a maggior ragione vale per l’educazione sessuale.
I genitori che NON vogliono che i loro figli studino educazione sessuale infatti sono probabilmente proprio quelli i cui figli ne hanno più bisogno.

Perchè molto probabilmente sono questi genitori che allevano quella che tra qualche anno sarà la prossima schiera di catto-bigotti omofobi e paranoici.

Sono proprio i loro bambini che hanno bisogno che qualcuno dica loro che la sessualità è qualcosa che va vista con la curiosità e la tranquillità di tutti gli altri fatti della vita, su cui ognuno ha libertà e diritto di scegliere e di gestirla come meglio crede e che nessuno deve sentirsi in colpa o essere oggetto di persecuzione perchè la sua sessualità è diversa da quella statisticamente più frequente.

Il mantra del “devono decidere i genitori” è funzionale a chi, consapevole del fatto che la chiesa va perdendo la sua influenza sulla mente delle persone, cerca di salvare il salvabile facendo in modo che i pochi adepti rimasti continuino a perpetrare i loro pregiudizi e la loro pazzia sociopatica.

Voglio però chiudere questo articolo con una controproposta: il vostro affezionato Don Bozer suggerisce che si applichi il discorso di Bagnasco all’insegnamento della religione. 
Solo se i genitori la richiedono, fuori dall’orario curricolare e sopratutto con insegnanti pagati dalla chiesa e non dallo stato!

Ciao.