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di Victor D’Urso.

La tutela della sicurezza alimentare è garantita dalle norme Europee. Sarà vero? Fino a che punto possiamo fidarci?

In questo periodo mi sono imbattuto in uno spot che gira spesso sulle reti Rai e spiega, con un tono retorico e forse un po’ da campagna elettorale, come grazie all’Europa, l’applicazione di molte norme sulla Sicurezza Alimentare sia stata forse migliore che in altri paesi dell’Unione, dato che nel 2012, su circa 5000  focolai di infezioni di origine alimentare, solo 20 ne sono stati verificati in Italia.

Lo spot si chiude con una domanda:

Il nostro cibo sarebbe altrettanto sicuro senza l’Europa?

[sz-youtube url=”https://www.youtube.com/watch?v=S9aMCrnQbOU” /]

 

Non voglio farne subito una polemica del tema EuropaSI/EuropaNO.

Certe politiche comuni, come questa sulla sicurezza alimentare, male non fanno,  come invece certe norme comunitarie su politiche agricole o commerciali che magari non convengono a tutti i paesi allo stesso modo.

Quindi è giusto secondo me, regolamentare un po’ tutto ma in una prospettiva di miglioramento comune, che non screditi i piccoli.

Purtroppo questo sta accadendo con le quote latte ad esempio, alle quali dal primo aprile 2015 diremo addio e che, soprattutto in Italia, hanno suscitato costantemente un fiume di polemiche tra gli allevatori.
Un sistema al centro di scontri, tra multe e proroghe, che verrà cancellato una volta per tutte.

Tornando però alla sicurezza alimentare ed al nostro spot dobbiamo fare una piccola ma attenta analisi.

La cultura del buon cibo è intrinseca per noi italiani (forse è il cibo a legare meglio Nord e Sud).

Ritengo fatto necessario il controllo della filiera produttiva come quella distributiva, il rispetto di norme igieniche, che non sono poi tutte Europee, e se, personalmente dovessi dare una risposta al quesito che ci pone lo spot io risponderei certamente sì.
La nostra cucina, a parer mio, sarebbe sicura comunque; non ho mai visto da nessuna altra parte la cura e l’amore che dedichiamo a ciò che si produce.

Siamo il paese dove la cultura del buon cibo fa parte di noi italiani da sempre!

Detto ciò, non voglio criticare paesi come l’Inghilterra che non dispongono di una vera tradizione gastronomica. Tutto questo non vuol dire che in altri paesi europei la sicurezza alimentare non sia d’interesse solo perché non mettono amore nella cucina e tutti sappiamo quanto gli inglesi siano pigri da questo punto di vista, mentre abbiamo da imparare su molti altri fattori (vedi lavoro, politiche sociali…).

Ricordo che da piccolo quando andavo con mio nonno in campagna a curare l’orto chiedevo sempre perché non fosse più comodo comprare la verdura al mercato o come non fosse più conveniente comprare le uova fuori anziché infilarmi dentro un pollaio a raccoglierle una per una fresche.
Mio nonno mi diceva che magari il concime non era lo stesso o meglio ancora che le galline molte volte non vengono allevate a terra ma messe lì come in un’industria a “produrre” uova una dopo l’altra.
Ed è proprio nella cura che metteva mio nonno che ho rivisto un po’ di quell’amore, anche in prodotti d’eccellenza, molti dei quali commercializzati anche fuori (vedi i prosciutti e i formaggi), che non vedo assolutamente in prodotti esteri che arrivano in Italia.

Forse qui c’è una componente che gioca a nostro favore. L’italianità (del prodotto e di noi stessi).
Prodotti dove si preferisce la qualità alla quantità.

Ovunque andiamo nel mondo i cibi italiani mietono successo e non solo per la bontà di essi ma anche per la sicurezza di mangiare un prodotto di qualità e di forte sicurezza alimentare!

Poi da parte di alcuni paesi appartenenti alla UE c’è una voglia che li porta a cercare di dover prevaricare un paese che molti anni prima ha portato da loro la cultura alimentare.
Dante e Petrarca furono i primi a chiamare l’Italia “Bel Paese”, e noi ancora oggi lo siamo; c’è la consapevolezza da parte dell’Europa che conta, di non poter mai raggiungere certi standard gastronomici e ancora l’invidia per la consapevolezza di non poter mai arrivare a certi standard di gusto!

E chissà se forse ci son delle note di pessimismo ma credo che qualcuno vuole affossare questo Bel Paese dando meriti ad un’Europa in continuo sviluppo e in continua sperimentazione, in un territorio senza frontiere e che non lascia totale libertà agli stati che ne fanno parte, ma almeno nell’immaginario collettivo resteremo sempre quelli degli
“SPAGHETTI, PIZZA E MANDOLINO”.

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One Response

  1. E la cucina degli altri paesi europei sarebbe altrettanto sicura senza l’Italia nell’Europa?
    È risaputo che molti paesi prendono sputo dall’Italia per migliorare le loro catene di fast food o di ristoranti…