L’Osservatore Bipolare saluta Manlio Sgalambro, paroliere di Franco Battiato e filosofo, e vi dà qualche dritta per conoscerlo meglio.

Manlio Sgalambro
Manlio Sgalambro

Manlio Sgalambro è morto ieri all’età di 89 anni.

Molti lo ricorderanno per il suo sodalizio con Franco Battiato, con cui sgalambro ha collaborato scrivendo molti testi delle sue canzoni.

Ma Sgalambro era prima di tutto un filosofo, anche se un filosofo un po’ controccorrente: si è sempre tenuto lontano dal mondo accademico e dal mondo della filosofia “ufficiale”.

Il filosofare ha perso il suo luogo. Si pretenderebbe che gli siano rimaste le aule universitarie, dalle quali risuona soltanto uno squittio di topi. Siamo stati tutti defraudati del potere di interrogare e rispondere, a vantaggio dei cosiddetti professori, che dovrebbero pensare per noi: esserini modesti che hanno fisionomia da bancari e cercano di far garantire dall’università la verosimiglianza dei loro ragionamenti. Non è la cattedra a garantir serietà. In una piazza hai a che fare con passioni e emozioni che ti investono in prima persona.

Se volete conoscere davvero Sgalambro, quello vero, quello che oltre a scrivere canzonette faceva quello che un vero filosofo dovrebbe fare – cioè pensare e comunicare le sue idee al mondo – L’Osservatore Bipolare vi consiglia di partire dal suo primo libro: “La Morte del Sole“.

 

Se questo libro è un’invettiva contro la modernità (perchè tale è), non lo possiamo considerare però un manifesto reazionario: il pensiero scientifico, freddo, calcolatore ci ha – secondo Sgalambro – condannato al terrore. Il terrore di riconoscere un mondo e un universo privo di senso e di significato se non quello freddo dei numeri.

Sgalambro ci parla di lutto matematico e la “Morte del Sole” è una metafora perfetta per questo concetto: il pensiero scientifico ci ha privato del contatto diretto col mondo, con la consapevolezza – tragica e lucida – che anche il sole, simbolo dell’eternità, è destinato a finire. E non di una fine tragica, di un’apocalisse in cui tutto si risolve, ma di un semplicissimo, banale, esaurimento di combustibile.

Non c’è in questo nessuna possibilità di salvezza: tra un futuro privo di senso e le concezioni del passato che – se abbiamo un minimo di onestà intellettuale – sappiamo essere illusioni.

L’Osservatore Bipolare saluta prima di tutto un filosofo che ha fatto del nichilismo la sua bandiera e che – condivisibili o meno – ci ha dato molti interessanti spunti di riflessione.

PRO Sgalambro: il nichilismo è sempre affascinante, e lui non fa eccezione.
CONTRO Sgalambro: non è un buon motivo per ascoltare Franco Battiato.

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