Stasera sono uscito e mi sono ritrovato a camminare in mezzo a una quantità di gente che non avevo preventivato.

Sarà che sono alienato, ma in giro c’era tanta gente brutta. Gente veramente brutta e ben vestita perchè a pasqua ci vogliono i vestiti nuovi. Mi hanno detto che stasera era la sera dei sepolcri, che qualsiasi cosa significhi sa un po’ di macabro, ma non quel macabro affascinante stile romanzo gotico.
No, quel macabro che sa di conformismo e morte cerebrale, elettroencefalogramma piatto, sogni e pensieri lasciati ad ammuffire, amore prosciugato, alito cattivo, polvere e spazzatura.
Un cimitero di sogni per l’uomo medio.

Li vedi tutti lì davanti alla chiesa in posa con i vestiti nuovi e pensi che sono troppo brutti.
Io non sono bello, intendiamoci, ma la loro bruttezza trascende l’aspetto esteriore, è una bruttezza che sa di vuoto, di stagnazione, di morte intellettuale.
Ok, stasera ho bevuto un po’ e questo potrebbe alterare il mio giudizio.

Comunque, camminavo in mezzo a tutta questa gente brutta vestita a festa, scansando per un pelo la brutta processione e i canti brutti e la confusione che per fortuna andava scemando.
Strade chiuse al traffico per la processione delle gente brutta.
Sono arrivato al bar quasi sgattaiolando dentro, un po’ come una preda che si muove di soppiatto per non farsi individuare dagli occhi vigili di un predatore.
Che poi io non sono una preda, sticazzi, capiamoci. O per meglio dire, sono preda del disgusto e cercavo un oasi sicura, una sorta di luogo protetto con la porta chiusa a chiave.
Per lasciare fuori quelli brutti.

Un Caol Ila, grazie, whisky secco con un retrogusto di legno affumicato, e cioccolato di Modica, con i granelli di zucchero che senti frantumarsi sotto i denti.
Note forti e dolci per spegnere il disgusto, ci vuole.
E chiacchiere deliranti un po’ su tutto, col mondo di fuori che non ci riguarda e non ci riguardano le vostre stupide usanze e le vostre facce brutte.
Non fraintendetemi, non scrivo con rabbia, solo sono felice di non essere come voialtri lì fuori.
E adesso vado a dormire che sono le cinque del mattino e mi gira la testa, non risparmiatevi, misantropia uber alles.

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