Rufus Wainwright
Il cantante canadese Rufus Wainwright, ospite controverso al prossimo Festival di Sanremo.

Rufus Wainwright sarà ospite domani sera al Festival di Sanremo. Ai cattolici ha dato fastidio, e per noi è una buona notizia.

Ho scoperto per caso – realtà me l’hanno segnalato – che alla prossima edizione del Festival di Sanremo sarebbe stato invitato un certo Rufus Wainwright (offro una birra a chi mi dice come si pronuncia), e che la cosa avrebbe sollevato un polverone e fatto indignare un bel po’ di gente.
Così tanta che non ne avevo sentito parlare nemmeno di striscio, ma c’è anche da dire che il Festival di Sanremo non è esattamente in cima ai miei interessi in fatto di musica.

Tutto il livore contro di lui, ad ogni modo, sembra essere dovuto ai suoi spettacoli “violentemente irrispettosi della sensibilità religiosa dei credenti”, come recita una petizione on-line che chiede di annullare l’invito al cantante canadese.
Ora, quando io leggo di spettacoli “violentemente irrispettosi della sensibilità religiosa” mi immagino cose come la ragazza nuda che l’estate scorsa a un concerto dei Death SS simulava atti di autoerotismo con un crocifisso. O magari delle suore che si frustano e amoreggiano tra loro come in quel bellissimo video dei Reaxion Guerrilla.

La cosa ovviamente mi aveva esaltato alquanto, e devo dire ci sono rimasto un po’ male quando cercando su youtube mi sono trovato un tranquillissimo cantante pop. La delusione però è durata poco, Rufus – anche se non è poi così blasfemo come dicono – propone un pop di classe, emozionante e lontano dalla banalità. La sua musica mi ricorda un po’ quella dei Radiohead, e se apprezzassi la musica pop potrei dire che mi piace.

[sz-youtube url=”http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=J_TxPQKcG7w” caption=”Rufus Wainwright – Rules and Regulations” /]

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Tutto il cancan comunque è dovuto alle prese di pozione del cantante contro ogni forma di discriminazione degli omosessuali e per la difesa dei loro diritti. La cosa ovviamente fa storcere il naso ai cattolici, che nel loro credo pieno d’amore vedono rosso quando qualcuno prende posizione a favore di gay, lesbiche, trans, coppie etero che non si vogliono sposare, onanisti solitari e una decina di altre categorie di peccatori impenitenti. La cosa che proprio non è andata giù ai suddetti paladini dell’amore è una canzone intitolata “Gay Messiah”. La canzone in questione, di cui trovate il testo tradotto alla fine di questo articolo, si può leggere in molti modi e a livelli differenti, ma è indubbio che sia sarcasticamente critica nei confronti della religione cristiana e che qualche credente possa sentirsi offeso.
Beh, l’unica cosa che mi viene da dire è: “sì, ok, tanto di cappello”. Se fomenti l’odio te lo devi aspettare che qualcuno prima o poi se la prenda con te.
Sembra tra l’altro che i Papaboys (sì, loro, quelli lì, i fan del papa) abbiano organizzato ieri un picchetto davanti alla sede della Rai per pregare e chiedere le dimissioni dei vertici della presidente Tarantola. Sempre moderati e aperti al dialogo, loro.

Rufus Wainwright croce
Rufus Wainwright in concerto.

Il punto comunque è un altro.
Dopo quello che ho scritto forse penserete che io auspichi la partecipazione di Rufus Wainwright al festival, e invece non ne sono così sicuro.

Chiarisco, non sono sicuro che – se fossi in lui – io vorrei avere a che fare col Festival.
Perchè? Perchè il Festival di Sanremo è sempre stato, fino a pochi anni fa, una celebrazione dello squallore, della pochezza, della melensaggine, della banalità e della superficialità. E’ stato il festival delle chiacchiere sul pube di Belen, del gossip, del buonismo in stile italico, dei vecchi ricconi in doppiopetto accompagnati da escort ventenni più o meno ufficiali. Il Festival di Sanremo è stato il festival in cui il pubblico qualche anno fa gridò “pezzo di merda” a Brian Molko dei Placebo.

E’ vero che negli ultimi anni qualcosa sembra essere cambiato, ma non so se questi cambiamenti siano reali o solo di facciata. Fazio e la Littizzetto hanno sostituito l’ossidato Pippo Baudo con le soubrettes di turno, e per fortuna certi personaggi (tipo la Pausini, Anna Oxa, gli innominabili Gazosa e squallidume simile) sembra che siano stati riassorbiti dall’humus che li aveva generati. Ma a conti fatti il pubblico è sempre lo stesso, e il valore “istituzionale” del festival come bandiera della musica italiana – quella politically correct – è sempre quello.
Quindi concludo l’articolo con un appello: Rufus, se ci vai, ti prego, fa’ o dì qualcosa di incredibilmente, terribilmente offensivo.
Così scopriremo se sono sempre gli stessi, o se qualcosa è cambiato davvero.

PRO Rufus Wainwright: ha l’opportunità di sputtanare il Festival.
CONTRO Rufus Wainwright: rischia di sputtanarsi lui.

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Rufus Wainwright – Gay Messiah
Lui allora rinascerà
dal porno degli anni 70
indossando calzini a tubo con stile
e un sorriso davvero innocente

meglio pregare per i vostri peccati
meglio pregare per i vostri peccati
perchè il Messia Gay sta per venire

Lui cadrà da una stella
Studio 54
e apparirà sulla sabbia
della costa dell’Isola di Fuoco

meglio pregare per i vostri peccati
meglio pregare per i vostri peccati
perchè il Messia Gay sta per venire

No non sarò io
essendo io Rufus il Battista
No io non sarò colui
che viene battezzato nello sperma

Cosa succederà invece
qualcuno chiederà la mia testa
e allora io mi inginocchierò
e gliela darò guardando in basso

meglio pregare per i vostri peccati
meglio pregare per i vostri peccati
perchè il Messia Gay sta per venire