Riff Raff è un film di Ken Loach, regista noto per le sue pellicole di denuncia alla struttura e all’ideologia della società borghese-capitalistica.
Attraverso questo film, Ken Loach cerca di raccontare, l’Inghilterra della Thacher.
Loach non è il solo a raccontare l’epopea Thacheriana, infatti questo periodo ha visto numerosi artisti impegnarsi nel denunciare le tensioni a livello politico e sociale che si stavano moltiplicando nel paese.
Il film è un film necessario, non solo per la semplicità della trama, ma anche per la riuscita commistione tra commedia e drammaticità.
Ken Loach, nel raccontare la rudezza della vita operaia, è lontano da dialettiche e intellettualismi sessantottini.
E’ in questo che va analizzata la sequenza in cui Larry viene scoperto nudo nel bagno da un gruppo di donne musulmane, o la sequenza che descrive la caccia al topo.
La trama:
Steve, il protagonista, appena uscito dalla galera, va a lavorare a Londra in un cantiere.
Gli altri operai lo accolgono bene e lo aiutano a trovare un appartamento in una casa popolare.
Conosce una ragazza, Susan, aspirante cantate e affetta da manie depressive, con la quale inizia una complicata relazione sentimentale.
I problemi del cantiere sono molti: dalla mancanza di igiene all’assenza di sicurezza.
Dopo la morte di un operaio caduto da un’impalcatura, Steve decide di vendicarsi incendiando il cantiere.
Il film mette a nudo anche drammaticità sociale-abitativa che caratterizzava (e tuttora caratterizza ) le periferie inglesi.
Il film si apre (e si chiude) con immagini emblematiche che dimostrano l’estremo degrado dei quartieri-dormitori, con grossi topi che gironzolano indisturbati tra i rottami e le macerie. Quartieri definiti anche “isole solitudine”.
In questo senso è da intendersi l’alienazione di Susan, la compagna di Stevie, donna dalle qualità e ambizioni artistiche elevate, che però non trovano accoglienza nel pubblico operaio.
La conseguenza è il rifugio nella droga e lo sfascio del legame amoroso con Stevie.
Nel cantiere le condizioni di lavoro sono disumane e le relazioni con tra datore di lavoro e operaio pessime.
Tra gli operai si instaura una forte solidarietà , una solidarietà sì guerreggiante, ma che non diventa mai politica. Gli operai non hanno sogni particolari da realizzare e mal sopportano i discorsi sul sindacato e sulla politica.
L’obiettivo è sopravvivere alla miseria delle loro vite.
Uno di loro, Larry, cerca di far riflettere i compagni sulla loro condizione di emarginati sociali, cerca addirittura di costruire una sorta di opposizione sindacale , ma il giorno dopo essersi fatto portatore delle rivendicazioni del suo gruppo, sarà licenziato in tronco tra l’indifferenza dei compagni.
L’indifferenza non è data, come si potrebbe banalmente pensare, solo “ dalla paura di essere licenziati”.
L’indifferenza dimostra l’assoluta mancanza di “coscienza di classe” da parte degli operai.
Gli operai del cantiere non sono “avanguardisti”, sono Riff Raff (gentaglia): manovali che hanno perso il posto, ex carcerati come Steve, immigrati provenienti dalle ex colonie o dalle città operaie inglesi.
Gente che è capace di sfogare le frustrazioni proprie contro i più deboli ( il lavoratore che calpesta con atrocità un nido di topi).
Questa mia tesi è avvalorata dal finale del film.
L’incendio del cantiere è sì violento e aggressivo, ma è, oggettivamente, debole.
Si tratta di una semplice e istintiva vendetta data dalla rabbia e dalla frustrazione.
Impossibile, infine, esulare il film dalla contemporaneità.
Sebbene sia un film ambientato negli anni 80, è utile per analizzare l’attualità.
Anche oggi viviamo i cosiddetti “miracoli” della globalizzazione e le parole d’ordine sono:
“libero mercato”, “flessibilità del lavoro”, “privatizzazione”.
Anche oggi le nostre periferie sono attraversate da violenza e degrado,
e ancora oggi, di lavoro si muore.
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