Charles Bukowski non smette di essere un punto di riferimento per intere generazioni. Noi, vent’anni dopo la sua scomparsa, vogliamo ricordarlo così.

Charles Bukowski
Charles Bukowski

Era il nove marzo del 1994 quando Charles Bukowski, scrittore e poeta, esalava l’ultimo respiro.
Ieri sono passati vent’anni esatti da quel giorno, e Bukowski non ha mai smesso di essere un punto di riferimento per intere generazioni.
Parlare di Bukowski per me che ho letto quasi tutti i suoi libri e che lo ammiro tanto è – paradossalmente – piuttosto difficile: me lo immagino qui accanto che mi guarda con aria sorniona con una birra in mano e mi chiede per quale motivo io stia qui davanti al pc invece di essere là fuori a bere o a correre dietro a qualche gonnella.
E probabilmente avrebbe ragione.

Bukowski era così: un uomo straordinario prima che uno scrittore, e se avete mai letto un suo libro probabilmente avrete idea di quello che intendo.
Sbaglia chi considera Bukowski un nichilista al cento per cento: il suo sguardo mette a nudo la realtà delle cose senza sovrastrutture, senza artifici retorici, senza costruzioni immaginifiche e voli di fantasia.
E’ uno sguardo cinico e disincantato, ma non per questo freddo: quello che trapela da ogni sua pagina è al contrario una passione incontenibile, per le donne, per la bellezza, per la vita.

Dietro quel seno, quelle labbra da baciare al sapore di pesca, si chiudeva a chiave e si portava dentro una piccola dispettosa bambina di cinque anni, lei che non voleva crescere, che non aspettava altro che le rimboccassero le coperte calde. Lei era magia incompresa, ma io l’avevo capita.

Una passione insofferente alle regole, alle sovrastrutture, all’inutilità del patriottismo, della ricerca del successo, delle convenzioni sociali.
Se scrivessi di lui che per molti è una specie di profeta o un maestro di vita probabilmente mi riderebbe in faccia, e quindi non lo farò. E forse se la riderebbe di gusto comunque leggendo le cose che ho scritto su di lui.

Quindi gli cedo direttamente la parola, e vi lascio questo bellissimo documentario a lui dedicato, con numerose interviste e aneddoti interessanti. Sottotitolato in italiano, ve lo dico prima.
Buona visione.

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PRO Bukowski: il mio scrittore preferito, in assoluto.
CONTRO Bukowski: non piace ai benpensanti e ai vecchi bacucchi, ma anche questo è un bene in realtà.

Ps: L’Osservatore Bipolare raccoglie fondi per costruire un monumento a Bukowski nella piazza del vostro paese. Se volete contribuire mettendo un like alla nostra pagina fb!